Un Libro su Colletorto |
||
Ho realizzato questo libro su invito della Signora Camilla Di Rocco, presidente dell’Associazione “La Coccinella” e con contributo della stessa associazione. Nella prima parte, in modo sintetico, ripropongo la storia del paese fin dalle sue origini e al tempo in cui la Regina Giovanna vi fa costruire la Torre (1300). La struttura del Borgo antico con le mura, le porte e i vicoli; la nuova espansione, a fine 1700, che collega la “Terra” al “Colle”, lungo il corso e culminante con la monumentale scalinata. E poi la costruzione delle strade provinciali di inizio 1900 e la nuova espansione lungo queste direttrici ed altre opere pubbliche rilevanti. L’orografia del territorio, i confini, le interrelazioni con i paesi limitrofi, anche della vicina Puglia (Capitanata), a cui Colletorto è appartenuto fino al 1811. Questo, e buona parte del libro, è frutto di diverse ricerche che ho condotto consultando gli atti degli archivi parrocchiali di Colletorto, gli atti anagrafici comunali, fin dalla loro prima stesura, e gli atti notarili presso l’Archivio di Stato di Campobasso. Ho potuto ricostruire, così, la vita che si conduceva in paese, nel 1700, ai tempi in cui Signore del paese era il Marchese Don Bartolomeo Rota. La ricostruzione del Monastero e, successivamente, dell’annessa chiesa, frutto della convergenza di intenti tra il Marchese e il Vescovo di Larino Mons. Tria, la costruzione del Palazzo, hanno portato in paese professionisti, artisti provenienti dalla stessa città di Napoli (capitale del Regno) e una qualificata manodopera, che hanno realizzato le magnifiche opere architettoniche, scultoree e pittoriche che oggi possiamo ammirare. |
||
E’ l’epoca che nel libro ho definito come “Rinascimento colletortese”. In questo periodo viene ristrutturata la Chiesa matrice e viene costruito il Purgatorio. Ad esse, come al monastero e alle opere artistiche presenti, sono dedicate apposite sezioni, con la individuazione degli autori e dei committenti. Le cappelle dei Santi, costruite anche su volontà di singoli cittadini, dispongono di lasciti testamentari, pia donazione, gestite da appositi procuratori e diventano motore propulsivo per l’economia locale, attraverso prestiti ipotecari, emptio introitum. Il Monastero di Santa Maria del Carmine, questo era il nome originale, prima dell’istituzione del Conservatorio (Educandato), era abitato dai Padri Francescani. Tra gli atti emerge anche un diverbio tra i Padri del Monastero e i sacerdoti della Chiesa matrice, corredato da minacce, insulti e altri particolari interessanti, tutti da scoprire attraverso la lettura del libro. Dai primi atti anagrafici sono riportati i rioni con i loro nomi, tutt’oggi utilizzati nel linguaggio comune, e le famiglie che vi abitavano fin dell’inizio del 1800 e le attività artigianali e commerciali che vi si svolgevano. L’analisi copre tutto il 1800, il periodo post Unità d’Italia fino agli albori del 1900. Attraverso la digitalizzazione, l’indicizzazione e l’elaborazione dei dati emergono particolari che, se pur già in parte conosciuti, ora hanno una base di certezza. Nati, bambini abbandonati, ruota dei projetti, ragazze madri. Matrimoni tra giovani di 20 anni che hanno già un mestiere e che spesso non hanno più i loro genitori. Matrimoni tra “pari” e di convenienza. Ragazzine ancora adolescenti sposano uomini già maturi. E poi i morti, se ne contano tanti soprattutto fra neonati e bambini. Ma ci cono anche morti accidentali, in casa e in campagna, Morti per omicidio e femminicidi, anche di “classe.”, che negli atti redatti dagli arcipreti sono riportati con dovizia di particolari su luoghi e circostanze. Morti nelle locali taverne e fuori comune negli ospedali o condannati e giustiziati nei luoghi di pena. Le epidemie mietevano centinaia di vittime. Nel 1837 si registrano in paese oltre 300 morti in un anno. Ad agosto muoiono 150, in un solo giorno anche oltre 15. Per l’enorme numero di decessi viene destinato un nuovo luogo per le tumulazioni, il Camposanto Vecchio. Nel libro ho riportato in una esposizione organica anche i diversi articoli che, nel tempo, ho pubblicato su Vita Nostra, con riferimento anche a personaggi illustri del paese, come Don Romolo Campanelli, a cui è intitolato il largo sotto il Monastero, e Pardo Pannunzio che con i suoi lasciti fece istituire l’asilo d’infanzia presso l’educandato delle monache. Nella seconda parte del libro, attraverso i racconti degli anziani e i ricordi personali, ho riportato la condizione del paese fino a quasi la metà del secolo scorso, quando situazioni immutate per secoli si avviavano al cambiamento. La prima meccanizzazione agricola, la luce elettrica che arriva nelle case e alimenta le industrie di trasformazione. L’acqua che arriva direttamente in casa. L’istruzione obbligatoria fino alla scuola media e la costruzione dell’edificio scolastico. L’apertura al mondo con la Televisione. Infine descrivo le tradizioni: le processioni legate alle feste locali in onore dei Santi; quella caratteristica di San Rocco dal cimitero con le torce. La visita alla Cappella di Santa Maria, i Fuochi di Sant’Antonio e manifestazioni di più recente istituzione. Numerose cartoline d’epoca, foto, pitture, mappe e grafici corredano il testo. |
||
La presentazione del libro è avvenuta il giorno 11 agosto 2020 in Largo Verdi, nel cuore del Borgo Antico |
||
I video della presentazione corredati di foto, grafici, mappe e cartoline d'epoca sono disponibili su YOUTUBE |
||
Letture di brani del libro da parte dell'attore Antonio Rocco |
||
1^ Parte: Il Territorio |
||
2^ Parte: La Storia
|
||
3^ Parte: Chiese e Tesori d'Arte
|
||
4^ Parte: Opere rilevanti, attività, tradizioni
|
||