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La Chiesa del Purgatorio
di Michele Rocco

La Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, oggi sconsacrata, è in posizione centrale, ben visibile dall’ampio corso, con l’antistante piazzetta alberata, si trova immediatamente all’uscita delle antiche mura di cinta del paese. Davanti a quella che il Vescovo di Larino Tria definì come la Porta Maggiore della Terra. Fu costruita intorno al 1726 come sede della Confraternita laicale del Santissimo Sacramento e dei Morti. Confraternita fondata nel 1607 con autorizzazione papale, ma che fino ad allora aveva avuto sede nella Chiesa Matrice. La confraternita fu riconosciuta legalmente nel 1776. Solo dopo questa data la chiesa viene impreziosita da affreschi di autore ignoto e commissionati da alcuni confratelli di cui è visibile il nome, ma i soggetti rappresentati, Santi e Madonne, sono fortemente deteriorati a causa di un incendio del 1909 e delle intemperie. I soggetti rappresentati, pur non più distinguibili, compaiono comunque negli inventari degli arcipreti.
(il testo in blu è stato rielaborato dal mio libro e concesso al Comune di Colletorto per l'audioguida dei monumenti del paese - 2025).

La chiesa ha subito varie trasformazioni nella facciata, nel tempo, con diversa disposizione delle vele campanarie e il posizionamento di un grande orologio civico.

 

Con i lavori di ristrutturazione dopo il terremoto del 2002 non sono state apportate modifiche nella facciata.
In questa facciata è presente un particolare Portale d’ingresso che richiama gli aspetti precipui di una Confraternita legata al culto dei Morti. Al centro dell’architrave vi è un teschio in bassorilievo che sormonta una conchiglia e una scritta che corre lungo tutta la sua larghezza, che ci invita a riflettere sull’incertezza del luogo dove la morte ci aspetta: Incertum est in quo loco mors te exspectat! Ai lati figura il nome dell’artefice mastro Gennaro di Majo da Sant’Elia e il nome del Procuratore dell’epoca Donato Cavallaro.

 

Mastro Gennaro de Majo di S. Elia artefice    -    INCERTUM EST IN QUO LOCO MORS TE ESPECTAT (SENECA) - 1776    -    Donato Cavallaro Procuratore.

La Confraternita aveva una sua precisa regola. Occorreva versare un contributo ricorrente che serviva per opere di bene, per il funzionamento dell’istituzione e per l’acquisto di arredi sacri per la chiesa. Confratelli e Consorelle acquisivano il diritto di essere seppelliti nei luoghi destinati intorno a questa chiesa. Qualcuno ricorda che i confratelli erano soliti accompagnare le processioni con una particolare mantellina. Come si rileva da alcuni documenti, alcuni confratelli di questa Congrega erano, in genere, benestanti per famiglia o per proventi del loro lavoro. Ma la chiesa e le celebrazioni erano aperti a tutti.

 


A devozione dei fratelli Crescenzo e Francesco de Napoli e loro mogli Petronilla de Simone e Costanza Russo nell'anno 1780

 

La chiesa di pianta rettangolare, ad una sola navata, non è molto grande. Nelle navate laterali vi sono gli affreschi e, al centro, due nicchie. Originariamente, nella nicchia più grande di destra, era collocata la statua di San Michele che schiaccia il diavolo. Opera realizzata dall’insigne artista campobassano Paolo Saverio di Zinno, proprio quello dei famosi Misteri che sfilano a Campobasso nel Corpus Domini, ed ora conservata in chiesa madre. Nella nicchia di sinistra c’era una piccola statua della Madonna Addolorata. Ora vi sono conservate statue di più recente fattura, il Cuore di Gesù, nella parete destra, ed altre statue di santi. Quella di maggior pregio è la Madonna Incoronata (sull’albero), opera, anch’essa del Di Zinno. Nella chiesa vi era anche una pala d’altare a soggetto, raffigurante la Sacra Famiglia con le Anime Purganti, opera certa di Paolo Gamba di Ripabottoni e commissionata da coniugi colletortési. L’opera ora è esposta nella Chiesa matrice.

 

Sacra Famiglia e Anime Purganti di Paolo Gamba (1751)

 

San Michele di Paolo Saverio Di Zinno (primi decenni 1700)

L’orologio, un tempo, veniva azionato a mano, occorreva inerpicarsi su una ripida scala di legno e “darvi la corda”, nel vero senso del termine. Infatti, fino al secolo scorso, dal soffitto pendevano alcune corde a cui erano attaccati dei blocchi di pietra. Entrando in chiesa, a volte li si trovava quasi ad altezza d’uomo, altre volte in prossimità del soffitto. Nella ristrutturazione post sisma sono stati recuperati alcuni stucchi ed alcuni affreschi anche nella volta. La chiesa, ormai sconsacrata, attualmente è usata come sala per convegni e mostre.

Informazioni aggiuntive ed integrative

Dopo un lungo periodo di uso improprio e di abbandono, oggi, al suo interno troviamo una sala convegni e si possono ancora ammirare, per quanto deteriorati, gli affreschi realizzati dal 1780 al 1786.

La Congrega del SS. Sacramento e dei Morti era legata inizialmente alla Chiesa Matrice.
"Verso il 1726 i Confratelli e le Consorelle della Congrega, insieme con altri cittadini di Colletorto ebbero la divozione di edificare con le loro elemosine un Oratorio pubblico" (Vita Nostra - Speciale 1972). E' la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio nella quale venne trasferita la Congrega. Di questo fabbricato, però, il Vescovo Tria non ne fa alcun cenno nel suo libro, Memorie Storiche della Diocesi di Larino, pubblicato nel 1744.
Le sepolture in questa chiesa o intorno ad essa figurano dalla seconda metà del 1700. La chiesa doveva essere già completata quando vi viene posto il quadro della Sacra Famiglia e delle Anime Sante Purganti, realizzato nel 1751 dal pittore Paolo Gamba su commissione di Marco Orsogna e Maddalena Cirinelli. Nel Purgatorio c'era anche la satua di San Michele opera dell'artista campobassano Paolo Saverio Di Zinno e posta nella nicchia a destra (quadro e statua sono ora è esposti nella Chiesa Madre). Nella nicchia di sinistra, più piccola, era sistemanta una statuetta dell'addolorata dello stesso autore, dispersa o ricollocata in qualche chiesa dei comuni limitrofi dell'area del Fortore.
La data 1776 posta sotto il teschio dell'architrave penso faccia riferimento al riconoscimento ufficiale della Congrega. Sullo stesso architrave è riportata una scritta che ci ricorda dell'incertezza del luogo della morte. Sulla destra è inciso, inoltre il nome del committente, il Procuratore della Congrega Donato Cavallaro e sulla sinistra il nome dell'artefice Mastro Gennaro de Majo di Sant'Elia.
Gli affreschi presenti all'interno della chiesa, fatti a devozione di singole persone sono datate a partire dal 1780. Sul mio libro ho riportato correttamente il numero romano MDCCLXXX, ma in modo errato la trascrizione in 1730.
Allo stato di detoriamento degli affreschi è difficile individuare l'autore ma ritengo possibile il reperimento del suo nome in qualche documento di committenza.
Nella relazione di Don Angelo Maesa del 1911 (V.N.nov-dic 1972) vengono descritti anche i Santi rappresentati negli affreschi: l'Immacolata Concezione, il Purgatorio, S, Andrea Apostolo, Maria SS Consolatrice delle anime purganti, S. Andrea apostolo, l'Assunzione e l'Annunciazione di Maria Santissima, San Pellegrino Martire e San Domenico; oggi i soggetti delle pitture sono difficilmente riconoscibili per il marcato detoriamento. Si possono ancora leggere, in qualche caso, i committenti e, come dicevo, le date della loro realizzazione tra il 1780 e il 1786 (come riportato sotto gli affreschi).

 

Colletorto, il paese, i monumenti, le opere d'arte

 

La Chiesa del Purgatorio nel CD-ROM del 1997

Le chiese di Colletorto

 

La Cappella di Santa Maria di Loreto

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