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Il Monastero di Sant'Alfonso de' Liguori
(in origine di Santa Maria del Carmine 1600-1700)
e l'Educandato Femminile
di Michele Rocco

Il Complesso Monastico unitamente alla Monumentale Scalinata (con cui vi si accede) rappresenta, per bellezza e maestosità il monumento più significativo del paese (dopo la Torre). Infatti, dalla fondazione stessa del paese, nel 1300, intorno alla Torre, il 1700 (epoca di costruzione del complesso momastico), con l'Illuminato Marchese Don Bartolomeo Rota, feudatario del tempo, fu un periodo di grande fervore per Colletorto, che oserei definire "Rinascimento colletortese".

Il Monastero, detto comunemente anche Convento, situato alla sommità della monumentale scalinata, quasi a prosecuzione dell’ampio corso, fu costruito a partire dal 1730 per volere del Marchese Don Bartolomeo Rota, con l'approvazione del Vescovo di Larino, Monsignor Giovanni Andrea Tria. Lateralmente alla facciata della chiesa, su una modesta porticina, possiamo osservare un finestrino rotondo, in pietra, su cui il marchese ha fatto incidere in suo nome, a devozione.

 

Il nuovo convento sostituì uno precedente più piccolo dedicato a Santa Maria del Carmine, abitato dai Carmelitani Scalzi. Il luogo dove è stato ricostruito il convento era completamente separato dal nucleo abitativo del paese originario sorto intorno alla Torre. Gran parte dei palazzi che collegano oggi il vecchio abitato con il monastero, e che delimitano l’ampio corso alberato (foto sottostante), sorgeranno a partire dalla fine del 1700.
Intorno questo monastero vi doveva essere comunque un altro nucleo abitativo, identificabile con quello che, poi, si estenderà a monte, prendendo la denominazione di Colle. Infatti, Colletorto viene distinto tra Colle e Terra e la separazione convenzionale è data dalla Torretta borbonica che possiamo scorgere proprio all’inizio del corso.

Il Complesso monastico, realizzato nel 1700, è un edificio notevole per le dimensioni esterne e per gli spazi interni. Come altri monasteri a pianta quadrangolare, al suo interno vi è il chiostro con il pozzo centrale. Sull’ampio corridoio che circonda il chiostro, affacciano i vari ambienti del piano inferiore, usati come aule al tempo dell’educandato. Nel periodo della sua costruzione, vi dovevano essere spazi per la preghiera e per i servizi. Notevole è il refettorio con affreschi di pregio raffiguranti scene conviviali del Vangelo, tra cui l’Ultima Cena e il Ricco Epulone: opere del pittore molisano di Oratino Paolo Brunetti che le ha eseguite nel 1737 (anno delle sua morte). Al piano superiore aveva numerose celle per i monaci, poi divenute camerate per le educande e ambienti riservati per le suore. Anch’essi si affacciano sul chiostro ma hanno anche aperture verso l’esterno dell’edificio religioso, con balconcini realizzati in tempi successivi.
Il Marchese, d’intento con il Vescovo, chiamò ad abitare il complesso monastico i Padri Francescani Riformati della Provincia di Sant’Angelo, ma fece riserva di entrarvi egli stesso in qualsiasi momento, riservandosi degli ambienti. Colletorto, al tempo e fino al 1811, faceva parte della Capitanata. Nell’occasione che i Padri francescani si insediarono nel convento, nel 1730, ci fu anche un accordo tra il Comune, all’epoca denominato Università di Colletorto, e i Padri Francescani affinchè questi ultimi offrissero dei servizi alla comunità, sotto compenso. In questo accordo rientrava l’istruzione dei ragazzi del paese, la celebrazione delle messe per il popolo, la predicazione quaresimale ed altro. Su questi aspetti ci furono anche delle controversie tra essi Padri, il Comune e il Clero, quest’ultimo facente capo alla Chiesa Madre.
La chiesa annessa al monastero rimase quella del piccolo convento dei carmelitani. Solo diversi anni dopo, intorno alla metà del 1700, fu realizzata nella forma che possiamo ammirare oggi.
Il convento, così come per altri istituti dello stesso genere, fu poi soppresso nel 1810 e passò al Demanio, che lo assegnò alla Mensa Vescovile di Larino. Il Convento, lasciato all’abbandono, divenne ritrovo per accattoni e donne di malaffare. Questa situazione mutò nel 1822 quando otto sante donne con a capo Donna Rachele de Simone, ne chiesero, al Vescovo del tempo, l’utilizzo e la riattazione per fondarvi un Conservatorio delle Orfane. La stessa Suor Rachele profuse del suo denaro allo scopo, divenendone anche la prima Istitutrice. Nel 1823 il complesso monastico fu riaperto, con tanto di regola, emanata dal vescovo Raffaele Lupoli. Il Conservatorio fu intitolato al Santissimo Redentore, congregazione fondata da Sant'Alfonso Maria de’ Liguori, e affidato alle Suore dello stesso ordine e perciò chiamate Suore Redentoriste o Liguorine.
La nuova denominazione fu voluta dal vescovo Lupoli, che, da studente, aveva conosciuto il prelato. Alfonso Maria de’ Liguori è conosciuto per aver scritto numerose opere teologiche ed aver composto “Tu scendi dalle stelle”. Al tempo era un abile predicatore e fu richiesto, per ben due volte a Foggia, dopo un terremoto. Venendo dalla provincia di Napoli, è possibile, che sia passato da queste parti e che abbia soggiornato proprio in questo monastero. Al tempo, ad abitarlo erano i Padri Francescani. Fonti orali danno certezza di questa presenza nel convento, per via di una targhetta col nome posto sulla cella dove il futuro Sant’Alfonso aveva dimorato. Potrebbe essere questo il motivo principale dell’intitolazione, a suo nome, del Conservatorio.

Il Regio Educandato Femminile presso il Momastero

Regio Educandato Femminile (sezione tematica)

Quello che ha caratterizzato, per quasi un secolo, questo complesso monastico è l’istituzione, in continuità con il Conservatorio, dell’Educandato Femminile. Pur nel cambiamento degli ordini monastici e della istituzione, la denominazione è rimasta la stessa. Dopo le suore Liguorine, vi operarono le Stimmatine e, dal 1953, le Immacolatine, che, nel 1959 vi istituirono l’Istituto Magistrale Parificato, chiuso poi nel 1992 insieme al convento.
L’educandato era rinomato anche nei paesi delle regioni limitrofe, dai quali provenivano anche un discreto numero di educande. In passato, chi voleva accedere all’abito monacale doveva versare un contributo in moneta, o alienare un bene immobile in favore dell’istituzione. All’epoca, all’interno del monastero operava anche la clausura.
E’ documentata anche la “ruota degli esposti”, che permetteva alle madre indigenti di lasciare il loro neonato al monastero, in incognito. Il complesso è dotato anche di un giardino interno e di un’area verde antistante che, nei tempi passati, poteva essere adibita a sepolture, come evidenziano gli atti dei registri parrocchiali.
(il testo in blu è stato rielaborato dal mio libro e concesso al Comune di Colletorto per l'audioguida dei monumenti del paese - 2025).

Foto precedenti al sisma del 2002

 

Il Chiostro con il Pozzo

 

Momenti ricreativi in occasione di convegni

 

Il Campanile visto dal chiostro

 

Balconcini affaccianti sul chiostro

 

Scalone di accesso alla camerate

 

Statuetta di...

 

Camerata

 

Servizi

 

Corridoio

 

Giardino delle Monache

 

La cucina

 

Particolari

Il Refettorio con scene conviviali del Vangelo affrescate da Pietro Brunetti

Il pittore muore a Oratino nel mese di dicembre del 1737, nello stesso anno in cui aveva portato a termine un ciclo di affreschi nel refettorio del Convento di Colletorto, al tempo intitolato a Santa Maria del Carmine. Lavori eseguiti, credo, su commissione del marchese Rota, il feudatario al quale fu concesso il complesso monastico nel 1729, da parte del vescovo di Larino Giovanni Andrea Tria, perché, a sue spese (del marchese), venisse trasformato in un convento da assegnare ai Francescani Minori Osservanti Riformati. Si tratta di una serie di lunette dipinte sulle pareti del refettorio con scene raffiguranti l’Ultima Cena, le Nozze di Cana, il Banchetto in casa di Simone, il Banchetto del ricco Epulone, il Convito di Baldassarre e le Allegorie delle Virtù
da PIETRO BRUNETTI (Oratino ? – Oratino 1737) di Dante Gentile Lorusso

 

Colletorto, il paese, i monumenti, le opere d'arte

 

Il Monastero di Sant'Alfonso nel CD-ROM del 1997

Le Chiese di Colletorto

 

La Chiesa del Monastero

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