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Colletorto - il Paese
di Michele Rocco

Colletorto, in provincia di Campobasso (Molise), è un paese interno, posto a 509 metri di altitudine. Si estende su una cresta collinare, in cui nella parte più bassa, troviamo il borgo antico e nella parte alta il cosiddetto Colle. Ad unire questi due originari nuclei abitativi vi è l'ampio corso alberato. Convenzionalmente la zona comprendente il corso e il paese vecchio, è detta Terra. La parte dell'abitato, posta più in alto, è detta Colle

Il Colle, in particolare, si trova alla base di un'altura, detta "la montagna", che sovrasta, ad ovest, un pò tutto il paese. Il borgo antico è posto, ad est, su uno sperone di roccia, tra due profondi valloni. Ed è proprio qui che svetta la Torre Angioina, insieme con il campanile della chiesa madre.

 

Dalla Torre, come da tutto l'abitato è possibile guardare la vallata (Vallone di Santa Maria) e spingere lo sguardo sul Tavoliere delle Puglie, con sullo sfondo il Gargano e di un lembo di mare, su cui, nel periodo estivo, è possiblila vedere il Sole che vi si riflette.. Da una posizione più elevata del territorio, è possibile scorgere financo le Isole Tremiti.

 

Il Paese Antico - le Origini
di Michele Rocco

Il primo insediamento si suppone abbia avuto origine nel XIII secolo, intorno a una fortificazione-castello, forse di origine normanna. Si suppone (G.A. Tria) che questo primo nucleo abitativo si sia sviluppato a seguito della costruzione della Torre, voluta nel 1300 dalla Regina Giovanna d'Angiò. Prima che, del paese, venisse riportata la denominazione angioina di Collis Tortus (1320), sul territorio esistevano alcuni casali. In particolare viene menzionato il Castello di Loreto, che si trovava a valle dell'attuale abitato, sulla collinetta dove, oggi, è presente la Cappella di Santa Maria di Loreto.

 

Sembra che a seguito della distruzione di questi casali, per eventi sismici e invasioni, le popolazioni si siano portate più a monte, costituendo il primo nucleo abitativo di Colletorto.
Il Borgo Antico è, per tutti i colletortesi, identificabile con Campodifiore “camp d scio’r”, a cui si accede dal sottoportico omonimo.

Campodifiore

 

Arco o Sottoportico di Campodifiore - Porta ovest

 

Interno del borgo - Campodifiore

Campo dei Fiori fa riferimento al toponimo di un’area del centro storico del paese. È il primo agglomerato urbano costruito intorno alla torre e alla originaria piccola chiesa, probabilmente di origini medievali e coevo alla torre stessa.
È proprio da questo punto centrale, più elevato, il largo della chiesa, che si dipartono, a raggiera, i vicoli che conducono alle abitazioni e portano sin fuori le mura perimetrali del paese vecchio. A ridosso delle mura, gli antichi abitatori hanno escogitato un sistema di difesa particolare. Dovendo i vicoli essere aperti verso l’esterno per favorire il deflusso di acque piovane e quant’altro, queste aperture potevano rappresentare anche una via d’ingresso per malintenzionati. E così, proprio a ridosso delle mura, i vicoli diventano strettissimi, tra le abitazioni, tanto da rendere difficoltoso il passaggio anche di una sola persona. Inoltre, data la minima larghezza, potevano essere facilmente chiusi. È questa una caratteristica propria dell’antico abitato.

 

Queste strettoie si ritrovano anche tra i muri delle case ed avevano il solo scopo di deflusso e di sversamento.

 

Il paese vecchio, come viene definito in alcuni documenti, aveva ed, in parte, ha delle vere e proprie porte di accesso. Quella principale, o maggiore, come la definisce il Vescovo di Larino Mons. Tria nelle sue memorie storiche della Diocesi, è riconducibile al sottoportico di Campo di Fiore che immette, appunto nella zona omonima (foto iniziali). Questa porta è situata dietro alla Chiesa del Purgatorio, edificio che venne costruito nel 1700, occultandone la visibilità, da chi, oggi, guarda, il paese vecchio dal corso.

Portanova ed altre porte

Altra porta realizzata (evidentemente nel percorso) al tempo dell’ampliamento della chiesa matrice (1730) che apriva l’antico borgo alla nuova espansione, lungo quello che diventerà il corso principale, su cui affacceranno i nuovi palazzi dai notevoli portali ed dagli interessanti bassorilievi delle “chiavi di volta”.

 

All’uscita del Borgo, verso la nuova estensione urbanistica, troviamo l'arco de Rubertis con il suo affaccio verso la villa e, in lontananza, la Fonte Cerasa. (Nella foto di destra, sottostante, uno dei vicoli che dalla chiesa, si inotra fra le case, per ridursi ad una strettioia, alla sua uscita, verso le mura perimetrali del borgo).

 

Un’altra porta ben conservata è quella che affaccia a sud su Corso Bovio, strada da cui si accede anche alle su nominate strettoie dei vicoli. Verso l’esterno, la porta ha un arco molto ampio, che accede ad un androne coperto, ma l’apertura verso l’interno del borgo è molto ristretta. Il percorso, coperto è piuttosto scosceso, è fornito di scalinata. In passato era usata prevalentemente per dirigersi verso le campagne.

 

Proprio su questo lato, le abitazioni presentano dei contrafforti tipici di mura perimetrali, rinforzate. Di altre porte che, anche esistevano, come una Porta Vecchia (nei pressi della torre) non ne è rimasta traccia. Sul lato nord, Corso Umberto, non vi è alcuna evidenza dell’esistenza di porte, per i notevoli cambiamenti apportati. Ma anche qui qualcosa è rimasto delle mura perimetrali ed, oltre ai residui di contrafforti, è possibile scorgere una torretta, come ce ne dovevano essere anche altre, lungo la cinta muraria.
(il testo in blu è stato rielaborato dal mio libro e concesso al Comune di Colletorto per l'audioguida dei monumenti del paese - 2025).

 

Colletorto, il paese, i monumenti, le opere d'arte

 

Il Paese, le Origini nel CD-ROM del 1997

Il Borgo Antico Campodifiore

 

I Vicoli e le strettoie del Paese Vecchio

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