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Il Palazzo Marchesale "Rota"
di Michele Rocco

Il Palazzo Marchesale, ora sede del Comune, nel 1700 fu la residenza del feudatario di Colletorto, il Marchese Don Bartolomeo Rota, patrizio cremonese, che gestiva i suoi affari a Napoli. Il Rota acquistò il feudo dal demanio, a seguito delle vicende dei Gambacorta, che ne furono feudatari in precedenza.
Tra le proprietà acquistate vi era anche il Palazzo e la Torre.

Il Palazzo è in continuità con la Torre Angioina, che lo affianca nel suo angolo superiore, a sud-ovest, visto da Largo Verdi, una volta Largo della Chiesa. Quello che comunemente è detto il Palazzo, ha una pianta quadrangolare con cortile interno e presenta due aperture da cui si può accedere al suo interno.
L’apertura superiore affaccia sulla piazzetta interna del paese vecchio, una volta chiamata Largo della Chiesa, proprio perché vi si affaccia anche la chiesa, oltre che la torre. Sul portale d’ingresso è posto lo stemma della famiglia Rota. Si tratta di una ruota a raggi sormontata da una corona reale. Logo usato, fino a qualche decennio fa, come stemma del Comune.
(il testo in blu è stato rielaborato dal mio libro e concesso al Comune di Colletorto per l'audioguida dei monumenti del paese - 2025).

 

Il Palazzo fu ristrutturato nel Settecento dal Marchese Bartolomeo Rota, che nel 1704 acquistò il feudo dal demanio, diventando signore del paese. L’altro ingresso del Palazzo è presente sul lato opposto, in linea con quello superiore, attraversando il cortile interno. Questo ingresso affaccia verso nord e su quella che una volta era la via della Croce (oggi Corso Umberto). Il portale di Corso Umberto è costruito con blocchi in pietra lavorata a semicilindro che si susseguono, alternati in misura, a formare anche l’arco. Guardando il Palazzo da questo lato si possono riscontrare le forme rinascimentali e simmetriche, usate ancora al tempo. Sul lato sinistro, in alto, è possibile scorgere due beccatelli in pietra, che, evidentemente, sorreggevano una garitta. Al piano terra del Palazzo, su Corso Umberto, fiancheggianti il portale d’ingresso, vi sono due ampi e profondi locali, che percorrono il palazzo in tutta la sua lunghezza. Un tempo erano i locali di rimessa delle carrozze del marchese, che nel palazzo ospitava anche parenti, procuratori e tutti gli addetti al funzionamento del palazzo stesso, compresi personale di servizio e giumentieri. Tra questi c'erano anche colletortesi.

 

Sul lato sud del palazzo, ai piedi della torre, vi era il giardino del Marchese. Un altro giardino, sempre di proprietà del Marchese, era quello situato vicino alla Fonte Cerasa, che lo utilizzava come luogo di villeggiatura.
Entrati nell’atrio del Palazzo, dal portale superiore, si acceda ad uno scalone finestrato che conduce al piano superiore. Gli ambienti del piano superiore sono stati profondamente modificati da interventi di ristrutturazione, per creare spazi nel sottotetto dove oggi si trovano gli uffici del Comune. Caratteristici sono gli arredi della sala consiliare e dell’ufficio anagrafe. Nella sala consiliare sono presenti quattro tele, di scuola napoletana, attribuite al pittore Paolo Gamba di Ripabottoni e rappresentanti le Allegorie delle Stagioni. Non si può escludere che possa essere stato lo stesso Marchese a commissionarle al famoso artista.

 

Colletorto, il paese, i monumenti, le opere d'arte

 

Il Palazzo Marchesale nel CD-ROM del 1997

Il Monastero e l'opera del Marchese Rota

 

Colletorto al tempo del Marchese Rota - Ricerche

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