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Schema realizzato a scopo didattico -A.S. 2000/2001

TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE  CURA E PREVENZIONE

Tipo di Trasmissione

Modalità

Agente

Malattia

Cura

Prevenzione

AEREA

Penetrazione attraverso le vie aeree: naso e bocca

Goccioline sospese provenienti da tosse, starnuti

Batteri (Pneumococco)

Virus specifici

Bronchite, Faringite, Otite

Influenza, Raffred-dore

Morbillo, varicella, orecchioni (parotite) pertosse, rosolia

Antibiotici (solo per i batteri)

Vaccinazione    Immunizzazione breve per l'influenza, durevole per le altre malattie

ORO-FECALE. Attraverso la bocca e l'apparato digerente

Cibi avariati, acque inquinate

Tossinfezioni

alimentari

Batteri

Salmonella

Vibrione

Virus

 

 

Salmonellosi

Colera

Epatite A

Antibiotici (solo per i batteri)

Vaccinazione  Immunizzazione

Breve

PER CONTATTO O INOCULAZIONE. Attraverso la pelle o il sangue

Ferite infette

Punture di insetti

Trasfusioni

Contatti intimi

Siringhe infette

Bacillo Clostridio

Protozoo Plasmodio

Virus specifici

HIV

 

Tetano

Malaria

Epatite B,C

AIDS

Vaiolo (debellato)

Antibiotici (solo per i batteri)

Chinino

 

Vaccinazione per tetano e epatiteB

Immunizzazione durevole

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L'importanza della Vaccinazione

Mi capita spesso di trovare su Facebook post che parlano male delle vaccinazioni. (da unio commento di settembre 2025)
Questi post orientati rischiano di influenzare la gente a non accettare le vaccinazioni, di qualunque tipo. Questo è molto grave perché rischiamo, tutti, di tornare ad oltre 100 anni fa, quando certe malattie mietevano molte vittime o lasciavano postumi gravissimi.
Le vaccinazioni ci hanno tirato fuori da queste gravi emergenze sanitarie, compreso il covid. "Influenzarci" a vicenda è molto pericoloso, perché facciamo diffondere le malattie.
Con la vaccinazione non si cura la malattia, la si previene. Con la vaccinazione si porta il nostro organismo a contatto con lo stesso agente infettante che genera la malattia (*). Un' intuizione geniale (Jenner). Contro questo agente infettante (opportunamente trattato, affinché non provochi la malattia vera e propria) si scatena la nostra reazione, come se fossimo stati infettati dall' agente naturale. In questo modo ci immunizziamo, ovvero generiamo quelli che si chiamano anticorpi, capaci di contrastare la replicazione dell'agente infettante naturale (virus o batterio che sia), qualora ne venissimo in contatto.
Questa azione, prodotta sul singolo, per sua difesa, ha riflessi anche sulla collettività, dal momento in cui il virus ha difficoltà a circolare (perché è il singolo soggetto vaccinato a limitarne la riproduzione). Va da sé che, nei casi di grandi emergenze sanitarie (pandemia), più sono le persone protette dalla vaccinazione, più il virus ha difficoltà di circolare nell'ambiente, con beneficio per tutti. È da qui ne discende, in qualche caso, l'imposizione.
Questi sono i principi basilari della vaccinazione. È chiaro che, in relazione al tipo di agente infettante, al tipo di vaccino che dovrà contrastarlo e anche alla nostra risposta immunitaria, si avrà una maggiore o minor efficacia del vaccino stesso.
È noto che gli stessi vaccini possono dare effetti collaterali, in rarissimi casi, anche gravi. E qui "purtroppo" entra in gioco il costo-beneficio. Perché, difronte ai rari casi di reazione avversa (al vaccino), ci saranno migliaia di casi che, dalla vaccinazione, trarranno beneficio, non incorrendo nei gravi effetti conseguenti alla malattia. Il problema è che potrebbe toccare proprio a noi essere la vittima sacrificale. E questo sicuramente fa paura. Ma, nel calcolo (statistico) è molto più probabile avere danni dalla malattia, che non dal vaccino.
Purtroppo sono molti, troppi, quelli che per paura o per pregiudizio non accettano la vaccinazione. Ed altri si aggiungono, per l'influenza collettiva generata sui social e su alcuni media E così questa psicosi collettiva tende a diffondersi con le stesse modalità dell' influenza vera, quella "virale" (oggettiva o virtuale che sia).
Creare nella gente una diffidenza verso la vaccinazione non è cosa buona. Ci potremmo ritrovare a combattere con altre malattie, dove le cure non ci sono e, in caso di pandemia, non ci sarebbero le condizioni pratiche per attuarle.
Riflettano bene quelli che, con questi post orientati, influenzano la gente a non vaccinarsi. I virus non guardano in faccia a nessuno, sono come la "livella di Totò".

(*) In verità, come ho avuto modo di dire in commenti ad altri post, a seconda dei casi, il vaccino può essere costituito da un agente infettante similare, che determina la reazione immunitaria del nostro organismo, senza creare gli effetti dannosi della malattia provocata dal germe aggressivo. Si può trattare dell'agente denaturato, reso innocuo dal punto di vista della virulenza, ma capace di scatenare la reazione immunitaria. Ma potrebbe trattarsi di parti dello stesso agente infettante che vanno a stimolare la reazione immunitaria. Di ultima generazione, usati largamente anche per il COVID, ed appositamente, sono quei vaccini in cui nell'organismo viene iniettato il codice genetico (virale modificato), che serve a far produrre, dalle nostre stesse cellule, proprio quelle parti (dell'agente infettante, virus) su cui si scatena la nostra reazione immunitaria. Questo principio è basato sul fatto che il virus, quando entra in una nostra cellula, libera il suo patrimonio genetico, inducendo la nostra cellula a produrre tutto ciò che serve per ricostituire l'intero virus, ma in decine di copie. A questo punto, i virus ricostituiti, vanno ad infettare altre cellule, con un meccanismo ripetitivo. È l'origine della malattia.

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Sia ben chiara una cosa. Tutti gli esseri viventi vanno incontro spontaneamente a mutazioni. È un "buon" sistema escogitato dalla natura per dare la massima variabilità possibile. (Al pari, sotto altro aspetto, della distinzione in sessi che rimescola i caratteri ereditari). A cosa serve? A fare sì che, tra tutte le varianti, ce ne sia una che si adatti ad un eventuale cambiamento ambientale. La maggior parte di queste mutazioni non rendono l'individuo adattabile, anzi provavano squilibri tali che portano alla scomparsa di quell' individuo. Ma quello che ha generato la mutazione di adattamento, non solo sopravvivere, ma è lui a generare la futura "discendenza". Discendenza che si genera a crescita esponenziale (2, 4, 8...; 10, 100, 1000...) Ora più l'essere è piccolo (batteri, virus) più va incontro (in ambiente adatto) a continue replicazioni e in conseguenza (in qualche caso) a mutazione nel patrimonio ereditario. Per quanto limitate, queste mutazioni, applicate a miliardi di microrganismi, possono genera un numero consistente di varianti. È il meccanismo che genera anche l'antibiotico-resistenza. Nel caso dei virus queste mutazioni, frequenti, portano a nuovi ceppi, a volte più aggressivi di quelli precedenti. In genere, quando si allestisce un vaccino si cerca di utilizzare la variante che, al momento, è quella più diffusa se non anche la più aggressiva, individuando qual è l'elemento costitutivo del virus, che, una volta dentro le nostre cellule, stimola, verso questo elemento, la produzione di anticorpi. È chiaro che se ci sono virus ad alta variabilità è un po' difficile mettere appunto un vaccino a potenzialità assoluta. Ma chi i vaccini li studia e li realizza è ben conscio di questo. Quindi, nel tempo questi vaccini vengano adattati ai nuovi ceppi virali. In ogni caso, il vaccino riesce a contrastare abbastanza bene, anche se in tempi limitati in qualche caso, la proliferazione del virus e ad attenuarne gli effetti. Risultato si esce dalla pandemia e non si arriva ad avere effetti gravi dalla malattia, qualora, anche se vaccinati, si dovesse contrarre il virus.

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Aggiungo questo commento a quelli che ho già formulato. Riguarda il vaccino covid. Ovvero il nuovo modo di realizzare il vaccino. I virus sono al limite della concezione di essere vivente. Non hanno una capacità propria di replicarsi. Come avviene per le cellule di qualsiasi essere vivente e anche per i batteri. I virus, per la loro replicazione, sfruttano i meccanismi presenti nelle cellule degli esseri viventi che vanno ad infettare. I virus pertanto devono entrare nelle nostre cellule. Una volta all' interno liberano il loro patrimonio genetico che "comanda" ai meccanismi della cellula di produrre tutte le parti del virus, compreso copie del suo patrimonio genetico. A questo punto il virus si ricompone, ma a decine di copie e si diffonde nell' ospite,ripetendo l'operazione su altre cellule, con un andamento, diremmo, esponenziale. Un virus, 10 virus, 100, 1000 ecc. Ed il tutto ripetuto per i milioni di virus, che sono entrati nel nostro organismo, attraverso una semplice gocciolina di starnuto (di altri). Cosa c'entra questo con il vaccino? Dopo l'idea geniale di Jenner, di inoculare lo stesso agente della malattia (nello specifico uno similare, quello della mucca, che non dava gli effetti gravi del vaiolo umano, ma immunizza a contro di esso). Si è capito, non da oggi, che il nostro sistema immunitario, reagisce contro parti specifiche che compongono il virus (presenti nel suo involucro). E da qui l'idea. Visto che il virus, queste parti se le fa costruire dalle nostre cellule (su dettato del suo codice genetico), perché non fare arrivare, all' interno delle nostre cellule, solo quel tratto genetico del virus che codifica per queste parti? Parti su cui, come detto, vanno a conformarsi i nostri anticorpi, creando l'immunità. Questo è quanto di meglio, oggi, ha messo il campo la ricerca e la tecnologia farmaceutica. Quindi con questi vaccini, non facciamo nient'altro che quello che fa il virus (quando entra nelle nostre cellule). Semplicemente lo anticipiamo, ma con una procedura che non ci crea danni, se non sviluppare l'immunità. Questo è il concetto.

Vorrei che si capisse bene il concetto. In un'emergenza sanitaria, il vaccino non è solo una protezione individuale (lo faccio, non lo faccio), è una protezione collettiva (lo devi fare). Proteggendo te stesso proteggi gli altri, e gli altri, facendolo, proteggono te.

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Vaccini e Vaccinazione da miei Post e commenti su Facebook