Corteo e Rievocazione storica
XVI Edizione - 2 giugno 2012

Guarda il video

 

“Rigandasia e Giovanna I d’Angiò” due donne protagoniste della storia colletortese. E’ il tema della manifestazione di quest’anno, giunta alla XVI edizione. In uno spaccato di antica memoria, tantissime comparse animano un imponente corteo storico per valorizzare il “Borgo degli Angioini”. A Rigandasia, che nel 1273 tenne in feudo il castello di Laureto, si deve la rinascita dell’antico sito che - con la sua chiesetta rurale - domina gli oliveti della vallata di Santa Maria. A Giovanna d’Angiò (1326-1382) si deve la costruzione della torre angioina (1369) su una comoda balza collinare. Si tratta di una singolare costruzione merlala, dotata di feritoie e di un arco ogivale, motivo di svariate credenze. La regina, splendida figura femminile, fu abile nell’arte del governare e del comunicare. “Giovanna – narrano le cronache del Trecento – è intelligente, affascinante, conosce i testi dei trovatori, parla e scrive correttamente l’italiano, il francese, il provenzale e il latino”. Un personaggio pertanto al centro di una scena suggestiva, tra rulli di tamburi, squilli di chiarine, dame di corte, signori feudali, primavere, armigeri e cavalieri a cavallo. Giovanna I d’Angiò, osteggiata e calunniata nel corso della sua storia, non tanto perché regina, quanto semplicemente perché donna, ancora oggi rivive nella tradizione colletortese. Fino agli anni ’50 un enorme affresco la ritraeva col suo bel mantello rosso su un cavallo bianco nella sala feudale di Palazzo Rota. Oggi questa è la scena più attraente. Il nonno Roberto d’Angiò, che Dante aveva definito “re da sermone”, la designò fin da ragazza al trono. Per sua disposizione doveva governare da sola. A soli 7 anni, per interessi di stato, fu unita in matrimonio. A soli 17 anni Giovanna divenne la prima regina italiana. Il suo regno, funestato da peste, brigantaggio, terremoti, fu segnato anche da esperienze esaltanti. La rievocazione storica pertanto s’incentra su questa curiosa figura femminile, per valorizzare, con forme spettacolari, un contesto storico dove s’impone la produzione dell’olio extravergine di oliva. L’abitato di Colletorto, sottoposto ad un’azione di ricostruzione nelle sue architetture angioine, nell’occasione si trasforma in un vivace palcoscenico naturale. Nel corso della cerimonia finale non manca la consegna dei doni più preziosi: le chiavi di Lauretum, le essenze mediterranee di un’antica vallata del Fortore e, infine, l’olio e il pane, due prodotti dalle radici lontane, orgoglio della comunità. In definitiva, uno scenario d’altri tempi, teso ad esaltare l’identità più genuina, il senso di appartenenza, la cultura del territorio. Un saluto ai Falconieri del Re di Siena, ai Borghi più Belli d’Italia, ai gruppi storici di Bari, Lucera, Sant’Elia a Pianisi, Guglionesi, Montecilfone, Larino, Provvidenti.
Prof. Luigi Pizzuto

 

 

© Michele Rocco

 

Le edizioni nel tempo